martedì 19 gennaio 2016

Viaggio Birrario in Giappone. Parte II: Tokyo

L'ascesa della birra artigianale è ormai un fenomeno globale e nel corso degli ultimi anni anche il Giappone ha costantemente sviluppato una fiorente cultura legata al mondo "craft". Avevo sentito dire che l'Impero del Sol Levante avesse una scena birraria artigianale piuttosto florida (si pensi a celebri marchi come Baird, Hitachino-Nest, Coedo ed Echigo che, seppur con qualche difficoltà, si possono reperire anche in Europa), però non mi sarei mai aspettato tanto fermento.
Gambrinus beer cafè
Ora, invece, mi soffermerò sulla seconda città visitata: Tokyo.
Che cosa dire sulla capitale giapponese? Per quanto riguarda la birra, ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la varietà e il numero di birre artigianali provenienti da tutto il paese e offerte da un numero spropositato di locali. Ci vorrebbero settimane per visitare tutti i pub che la moderna scena birraria di Tokyo può offrire. Avendo però a disposizione un numero limitatissimo di giorni, mi sono affidato ai consigli di chi la città la conosce da anni e anche, lo ammetto, ai più noti siti (primo fra tutti Ratebeer).
Ma andiamo con ordine.

tap list
Il primo locale visitato non si trova certamente in uno dei quartieri più famosi di Tokyo: infatti il Gambrinus Beer Cafè è situato in Kokubunji, al sesto piano di un palazzo a cui si accede direttamente con l'ascensore che da sulla strada. Il locale è molto piccolo, con circa una quindicina di posti a sedere, ma l'offerta prevede 12 birre alla spina e 1 a pompa (tutte di provenienza giapponese!). E' possibile inoltre mangiare, ma la cucina offre piatti semplici e non necessariamente tipici della cucina tradizionale: quindi il consiglio è di concentrarsi maggiormente sulle birre. Gli assaggi sono stati: 
Uetake #029: European Golden, una Golden ale di Ushi-Tora Brewing non indimenticabile;
- Noboribetsu (Oni Densetsu) Kin’oni Pale Ale di Noboribetsu Brewpub, buona;
- Swan Lake Porter di Hyouko Yashiki No Mori Brewery (Swan Lake) dotata di tutti i crismi e decisamente la migliore assaggiata;
- Bunyip Australian IPA di Outsider Brewing (Yamanashi Prefecture, Kofu) che purtroppo è stata l'ultima e anche quella meno gradevole. 
Nel complesso il bar è carino e l'offerta varia spesso - da quel poco che ho potuto capire! - ma, a meno che non vi troviate nelle vicinanze, a mio parere non è un locale da tenere in considerazione se si vuole fare un tour dei migliori 10 craft beer pub di Tokyo...>>>

Tornando invece a quartieri ben più noti della città, quali Shinjuku e Shibuya, il numero di locali dedicati alla birra artigianale aumenta notevolmente. Una veloce segnalazione merita il The Griffon situato molto vicino al quartiere Kabukicho (che poi sarebbe il famoso quartiere a luci rosse): 18 birre alla spina, anche se non tutte artigianali. Fra quelle craft, oltre ad alcuni nomi più o meno noti (provenienti da Europa e USA), circa una decina erano giapponesi. Personalmente ho assaggiato soltanto una Cyonmage Pale Ale di Yamaguchi Hagi Beer e una Osaru IPA di Minoh Beer (birrificio di Osaka). Il locale ricorda un english pub ed era piuttosto vuoto in quel momento; in ogni caso è abbastanza grande e offre anche piatti classici della cucina internazionale.

A Shibuya, invece, meritano certamente una visita il Good Beer Faucets e il Craftheads, con quest'ultimo un po' meno facile da trovare.
bancone centrale con 40 spine
La location del Good Beer Faucets è molto carina, trovandosi al secondo piano di un palazzo dal quale è possibile osservare il vialone che conduce al famoso Shibuya ScrambleIl locale - caratterizzato dalla presenza del bancone in mezzo alla sala - propone la bellezza di 40 birre alla spina (!) provenienti principalmente dal Giappone, ma anche da Stati Uniti e Inghilterra; inoltre, vanta una cospicua selezione di birre realizzate da alcuni birrifici appositamente per la mescita nel locale. Gli assaggi migliori sono stati i seguenti: GBF Gyaru Blond (Blond ale di Brimmer Brewing, Kanagawa), Endless (Brown ale di Brimmer Brewing, Kanagawa), Monster C (India Pale Ale di Baird Beer, Shizuoka) e Redneck (Amber ale di Brimmer Brewing, Kanagawa). Tutte queste fanno parte della gamma prodotta in esclusiva per il bar.

bancone del Craftheads
Crystal Ale e Noir Heads
Il Craftheads, invece, si trova sempre nel quartiere di Shibuya, ma in 1-13-10 B-1 Jinnan: circa una ventina le birre alla spina provenienti da Giappone e Stati Uniti, più un'ampia selezione di bottiglie, compresi bourbon e single malt locali. Lo stile del pub è molto moderno e "americaneggiante", con un ampio bancone che percorre la quasi totalità della sala e una ventina di posti a sedere. Assaggi: Crystal Ale (Wheat ale di Hyouko Yashiki No Mori Brewery) e Noir Heads (Stout di Y Market Brewing, Nagoya). Segnalo i prezzi, un po' più elevati della media.

tap room di Baird
Allontanandosi un po' da questi due famosi quartieri, è possibile visitare le due tap-room di Baird che si trovano in città: quella dove sono stato io si trova in Harajuku (No-surrender Bldg. 2F,1-20-13 Jingumae, non lontano dalla fermata della linea verde JR, Harajuku), mentre l'altra si trova a Nakameguro
Il primo locale è fatto in classico stile giapponese (tipo "izakaya", che può essere ricondotto ad un posto di ritrovo tradizionale, i(sedersi)-saka(sake)-ya(negozio)) e oltre alle birre dell'omonimo birrificio, offre un'interessante selezione di piatti tipici con cui accompagnare la birra, che vengono cucinati al momento (e davanti agli occhi dei clienti!). Le birre alla spina sono 15 alle quali si aggiungono 2 hand-pumps da cui è possibile assaggiare in pianta stabile la Harajuku ale, che può essere considerata alla stregua di una Real Ale inglese.  Gli assaggi: Single Take (Session ale), BB15 Bay (Steam beer), Teikoku (India Pale Ale), Shimaguni (Stout), Angry Boy (Brown ale) e per ultima la Indra Kunindra di Ballast Point (gentilmente offerta dal publican), una Spicy/Herb ale aromatizzata con curry, pepe di cayenna, cumino, cocco tostato e foglie di lime kaffir...insomma, non una cosa che si vede in giro tutti i giorni. Personalmente il locale mi è piaciuto molto per l'atmosfera molto rilassata e conviviale, favorita anche dalla collocazione del bancone che racchiude sia la zona spine sia l'area cucina.
tap list di iBrew
In zona Ginza-Chuo, invece, si trovano tre locali interessanti: iBrew, iBrew Wired e Tower Standing Bar. Sono molto vicini tra loro e meritano certamente una visita-combo (se siete a corto di tempo consiglio perlomeno un giro di spine al Tower). I primi due sono della stessa proprietà e si trovano ad un centinaio di metri l'uno dall'altro. Il primo, iBrew, è specializzato principalmente in birre giapponesi: locale molto piccolo con bancone centrale e posti a sedere intorno, oltre a qualche tavolino. Personale molto gentile; l'offerta di cibo varia da semplici snacks a pizze fatte al momento. Assaggi: Oh! La! Ho, gradevole pale ale fatta da Oh! La! Ho Beer e Haikara (High Collar) IPA di Hansharo, Shizuoka. 

Ibrew Wired, invece, situato dall'altro lato della strada, ha anche alcuni tavolini all'esterno oltre ad una decina di posti a sedere al bancone, ed offre 10 birre alla spina essenzialmente di importazione. Assaggi: White Rascal (Wheat ale di Avery Brewing) e Columbia River ESB (Extra Special Bitter di Columbia River Brewing Company). Da segnalare, per entrambi i locali, i prezzi leggermente inferiori rispetto alla media degli altri pub.

spine del Tower Standing Bar
A circa 200 metri da iBrew Wired si trova il piccolissimo Tower (stazione della metro Kyobashi sulla Ginza Line), che quasi passa inosservato camminando lungo la strada. 
Yona Yona alla pompa
Il piccolo locale si sviluppa tutto in lunghezza e si caratterizza per l'assenza di posti a sedere (può ospitare poco più di 10 persone...). Il gestore è molto simpatico e disponibile. Per quanto riguarda l'offerta birraria, alla pompa ho trovato la Yona Yona (Real ale di Yo-Ho Brewing Company), ma anche la Nagano (Bitter di Boddingtons) e la famosa Hoegaarden (blanche industriale, che ho lasciato bere ad altri). Oltre a queste, le altre 4 vie sono dedicate a produzioni giapponesi. Ho assaggiato anche la Towers of Power (DIPA di Trashzone Brew Labo, Yokohama) e, strano a dirsi, una Oude Gueuze di 3 Fonteinen (in bottiglia), gentilmente offerta dal proprietario.

Ingresso Popeye
Concludo la rassegna dei locali visitati con il celeberrimo Bakushu Club Popeye (dotato di 70 spine e nominato più volte fra i Migliori craft beer pub al mondo su Ratebeer). Questo locale non si trova in una zona turistica; anzi, a dirla tutta, è situato in una via pressoché anonima se paragonata a quelle degli altri bar (2-18-7 Ryogoku, Sumida-ku). Sumida-ku è comunque un quartiere attorno al quale vi sono alcuni musei interessanti nonché il famoso stadio del sumo. 
Il muro di spine del Popeye
Sono arrivato appena dopo l'orario d'apertura e devo dire che il locale si è riempito molto in fretta. Andrò magari controtendenza nel dire che non ne sono uscito entusiasta: l'offerta di 70 birre ha sicuramente pochi eguali al mondo, ma ho notato totale distacco nel servizio (cosa che invece non mi era mai capitata in nessuno degli altri locali) e scarsissima attenzione per la mescita. Le birre mi sono state servite a temperatura glaciale e senza schiuma (parlo ovviamente solo di quelle che ho avuto modo di assaggiare). A parte ciò, l'arredamento del locale è carino e sicuramente quello che attira subito l'attenzione dei clienti è il muro dietro al bancone con le 70 spine disposte su più file: un vero e proprio "muro di birra"! 
Per quanto riguarda gli assaggi - essendo la scelta non molto agevole! - ho inizialmente optato per un set di degustazione da tre birre. Nota dolente: non è possibile scegliere le tre birre, perché queste sono decise preventivamente dai gestori. Sono, quindi, stato "costretto" a provare la Fujizakura Heights (Weizen di Fuji Kanko KaihatsuCo, Kawaguchiko-cho, Yamanashi-ken), la Isekadoya American Amber Ale (Amber ale di Ise Kadoya Brewery, Ise, Mie Prefecture) e la Swan Lake Grey Stout (una Stout  del solito  Hyouko Yashiki No Mori Brewery (Swan Lake), Sasakamimura, Kitakanbara-gun, Niigata-ken); infine, ho provato anche la Strange Brewing Golden Slumbers Pale Ale 30th Anniversary (prodotta in esclusiva per il Popeye). 
Un appassionato sicuramente non mancherà mai di visitare il Popeye, perché la fama di questo pub è immensa e se si ha la fortuna di andare a Tokyo ci si deve entrare almeno una volta nella vita, ma a mio modesto parere la capitale giapponese ha di meglio da offrire in quanto a craft beer bars, e non solo.

In conclusione, posso confermare che Tokyo ha molto da offrire in termini di birra artigianale. 
Ci sono decine e decine di locali adatti a tutti i palati. Sicuramente questo report non è minimamente esaustivo di tutto ciò che potrete trovare in città, ma quello che posso confermare è che in (quasi) tutti i locali visitati ho riscontrato grande passione per la birra, gentilezza e disponibilità verso il cliente straniero.

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