lunedì 25 maggio 2015

Come un birrificio artigianale può perdere la retta via: la cessione di Meantime a SAB Miller

Nel mondo della birra artigianale è stata accolta con grande sorpresa la notizia della vendita di uno dei più importanti birrifici artigianali inglesi alla multinazionale SAB Miller (la seconda più grande società di produzione birraria in tutto il mondo). L'AD di Meantime ha rivelato che tale decisione è stata presa perché sembrerebbe che il birrificio non abbia più le risorse e la capacità necessarie per andare avanti "fino alla successiva fase del suo percorso di crescita".
Nick Miller - che si è unito all'azienda in qualità di CEO nel 2011 - ha infatti detto che lui e Alastair Hook (fondatore del birrificio), assieme al resto del consiglio di amministrazione, stavano pensando già da qualche tempo a una partnership con un grande produttore di birra al fine di consentire una crescita ulteriore della società. 
"Eravamo sul punto di prendere una decisione e abbiamo pensato che una partnership sarebbe stata la scelta migliore per andare a rifinanziare il birrificio" ha detto Miller. "Penso che avremmo potuto vendere tutto a un'importante produttore di birra, potevamo tentare la strada del crowd-funding o anche chiedere un prestito in banca, ma è un po' troppo semplicistico minimizzare questa situazione a un mero rifinanziamento economico. Bisogna anche fare i conti con la capacità produttiva dell'azienda, le capacità ingegneristiche, le capacità di fare marketing e di gestire il mercato globale [...]. Il lato finanziario non è mai stato un problema per noi, perché abbiamo un ottimo rapporto con la nostra banca. Il problema verteva più sulla domanda: 'come si fa a sostenere la crescita, rispetto alle limitate capacità interne della società?' Questa è la sfida strategica fondamentale per noi e la partnership con SAB aiuta enormemente a superarla".
Nick Miller
Miller ha poi rivelato come il processo che ha portato alla vendita del birrificio sia iniziato da un incontro casuale avvenuto lo scorso marzo: "Un vecchio amico, con cui avevo lavorato in passato, stava organizzando una festa per il suo 50° compleanno e mi ha telefonato per comprare un po' della nostra Pale Ale. Così è venuto in birrificio e, tra un boccone e una birretta, mi ha chiesto come stessero andando gli affari. Ho detto: 'Beh, siamo prossimi a una nuova fase in cui abbiamo bisogno di trovare nuove capacità e risorse. Abbiamo una serie di opzioni, potremmo farlo da soli, ma potremmo farlo meglio con una partnership con un produttore di birra che ci sappia dare l'esperienza e i mezzi necessari di cui abbiamo bisogno.'
Quattro o cinque giorni dopo, il suo capo a SAB Miller venne da me e mi disse: 'Guarda, ecco l'occasione che fa al caso vostro, volete considerare la nostra offerta?' " ...>>>

venerdì 15 maggio 2015

Pils Pride 2015: mi hanno detto che...


Per il terzo anno di fila ho avuto la fortuna di essere presente al festival delle Pils organizzato dal Birrificio Italiano.

Rispetto agli anni passati (2014 e 2013), questa volta c'era anche l'angolo della Franconia (FrankenCorner) con alcune pilsner alla spina e a caduta selezionate direttamente dal Macchè di Roma.


Sabato mattina è stata organizzata una degustazione alla cieca di 10 pilsner. La cieca si è svolta in due fasi. Nella prima fase, a ogni partecipante è stato consegnato un foglio con i 10 nomi delle birre scelte (in ordine casuale) e poi sono stati consegnati 10 bicchierini da degustazione con dentro le varie pils.

Ogni degustatore ha fatto un'analisi libera delle birre, prendendo degli appunti per aiutarsi durante la seconda fase. Quando la prima fase è terminata, ogni partecipante è stato mandato alle spine a riassaggiare le 10 birre (questa volta, però, erano consci di cosa avessero nel bicchiere). Nella seconda fase, l'arduo compito dei partecipanti è stato quello di cercare di associare le birre degustate alla cieca con quelle note. Per la cronaca, il miglior risultato è stato di 5 birre su 10. Il vincitore si è portato a casa una cassa di Cassissona, una birra del birrificio Italiano fatta con l'aggiunta di ribes nero (cassis).

Nel pomeriggio, invece, è stato organizzato un simposio sui luppoli per parlare della tradizione dei luppoli del Tettnang e analizzare la nascente cultura delle coltivazioni italiane. Erano presenti all'incontro Marie di Locher Hopfen ed Eugenio Pellicciari di Italian Hops Company.


Domenica è stata la volta dell'incontro con i birrai. Erano invitati i rappresentati di Birra Stavio, Birrificio Rurale, Birrificio Aleghe e Ritual LabAgostino Arioli - organizzatore del Pils Pride e fondatore del Birrificio Italiano - ha svolto un'intervista con degustazione in cui sono state raccontate le storie e la filosofia dei birrifici, aneddoti ed idee per il futuro.
Ora viene la parte brutta...>>>


lunedì 4 maggio 2015

Report: Tre giorni di birra a Copenhagen

Nyhavn
Così come gli altri paesi scandinavi, anche la Danimarca - e in particolare la sua capitale Copenaghen -, sta diventando una delle destinazioni europee che attira maggiormente l'attenzione per il movimento birrario artigianale. Va detto, infatti, che nell'ultimo decennio Copenaghen si è guadagnata la reputazione di avere alcuni fra i più innovativi birrifici al mondo (basti pensare a Mikkeller, una delle beerfirm più importanti e famose al mondo); di conseguenza, per qualsiasi “(craft) beer aficionado” una visita alla graziosa capitale danese è pressoché d'obbligo. 

Stroget
La città, la cui superficie non è sicuramente una tra le più estese d'Europa, è situata sulle isole Sjælland e Amager (e da quest'ultima prende nome anche l'omonimo birrificio). Caratteristica da apprezzare è la possibilità di poter raggiungere facilmente a piedi o in bicicletta (come fanno i danesi), tutti i siti d'interesse turistico e soprattutto birrario! 
Senza soffermarci sulle attrazioni cittadine tradizionali, vediamo subito quali sono i diversi pub e birrifici che abbiamo visitato...
Il locale si trova in Viktoriagade in un seminterrato abbastanza anonimo e non troppo appariscente. L’arredamento interno è molto minimal e in totale ci sono circa una decina di tavoli divisi fra la sala principale e una saletta laterale. La selezione prevede 20 spine che offrono principalmente Mikkeller (IPA, DIPA, IIPA, Imperial Stout e Sour gli stili più gettonati) ma anche qualche birra ospite. 
Al momento della visita era presente una verticale di Boskeun (De Dolle) dal 2011 al 2015 attaccata alla spina (la 2014 era molto buona). Presenti anche Madamin e BeerBera di Loverbeer, Oude Kriek di Boon e Prairie Ale di Prairie. Assaggi: Mikkeller beer geek brunch weasel, mad beer imperial pils (non buona), de dolle boskeun 2014, mad beer salty sour, prairie ale, mikkeller big worse barley wine, oude kriek boon, mikkeller vesterbro spontain, mikkeller skor bruin, mikkeller black home imp stout. Da segnalare la presenza del Mikkeller restaurant un paio di numeri civici accanto...>>>