L'anno scorso avevo scelto il duo Irlanda-Scozia per il mio annuale viaggio birrario, ma quest'anno ho voluto spingermi ancora più a nord. La scelta della Norvegia nasce dal fatto che negli ultimi anni la scena birraria scandinava risulta essere davvero in gran fermento e (assieme agli Stati Uniti, all'Inghilterra, al Belgio e all'Italia) rappresenta una delle "zone birrarie" che attira maggiormente l'attenzione del movimento artigianale internazionale.
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Gueuze Tilquin a Brussels |
Sinceramente, io non conoscevo pressoché nulla della birra artigianale norvegese, a parte quei due o tre nomi più famosi (come
Nogne O,
Haandbryggeriet, etc...) di cui ogni tanto si riesce ad assaggiare qualcosa nelle birrerie italiane più interessate alle produzioni straniere.
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Poechenellekelder |
Una curiosità che trovo interessante è che, mentre l'Italia non ha mai avuto una forte tradizione birraria nazionale, la Norvegia è un paese produttore di birra da molti secoli. Fino al 19°secolo, infatti, tutti i contadini norvegesi erano tenuti a produrre la propria birra e a coltivare le materie prime necessarie per la produzione (dai lieviti, ai cereali, ai luppoli). Successivamente, una legge ha messo fuorilegge la produzione della birra in casa e gli stili tradizionali norvegesi sono andati via via estinguendosi. Solo dagli anni '90 è cominciato un risveglio del settore birrario grazie alla nascita di molti birrifici artigianali - "
mikrobryggeri" in norvegese - e oggi possiamo dire che la Norvegia, assieme agli altri paesi dell'area scandinava (Danimarca in primis), rappresenta una delle realtà più interessanti nel vasto panorama mondiale della birra artigianale
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